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Ristoranti

— A’ Riccione
Via Torquato Taramelli, 70
Milano (MI)
A’ Riccione continua a essere ancora oggi uno dei migliori indirizzi cittadini per gustare una ottima cucina di pesce, di stampo tradizionale, basata sulla qualità e sulla freschezza dei prodotti.
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— Acqua
Via Filippo Corridoni, 1
Olgiate Olona (VA)
Qui nulla è meno dell’eccellenza, a partire dalla cucina, guidata con mano sicura dal giovane e bravissimo Alessandro Menoncin. Pochi gli spunti territoriali, che cedono il passo a uno stile internazionale, scandito da ingredienti preziosi, da una tecnica d’alta scuola appresa alla corte di una celebre cuoca francese e da alcune suggestioni che arrivano dall’Estremo Oriente.
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— Acquerello
Via dei Patrioti, 5
Fagnano Olona (VA)
«Ti invito al viaggio», potrebbe dire, ai suoi ospiti, Silvio Salmoiraghi – il valentissimo cuoco di questa insegna – prendendo a prestito le parole di una nota poesia di Charles Baudelaire: un viaggio nel senso (prima che nei sensi) e nell’idea (prima che nei gusti).
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— Al Carroponte
Via Edmondo De Amicis, 4
Bergamo (BG)
La figura di Oscar Mazzoleni, proprietario ed esperto sommelier, è centrale in quanto da bravo anfitrione intrattiene gli ospiti parlando del vero protagonista del locale: il vino.
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— Al Ponte
Strada Statale Goitese 258
Goito (MN)
Oltremodo sontuosa è l’insalata di fegato grasso marinato all’aceto balsamico con tartufo nero su letto di insalata, mela e pan brioche. Come voluttuose sono le tagliatelle di seppia ai porcini con lattuga di mare e crema allo zafferano.
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— Al Porto
Porto dei Pescatori, 12
Fraz. Clusane – Iseo (BS)
Un tripudio per i golosi è l’antipasto misto di lago con sardine, salmerino, pesce persico, luccio, coregone... così come l’insalata di lago al vapore con – ancora – luccio, persico, coregone, salmerino e i rari gamberi di lago.
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— Al Vigneto
Via Don Ernesto Belotti, 1
Grumello al Monte (BG)
Ci si spinge quassù, in questa bella casa modernamente arredata, con ampie vetrate che affacciano sulle vigne, per gustare una cucina di pesce solida e rassicurante, come si potrebbe gustare su una calda spiaggia.
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— Albergo della Torre
Contrada della Torre, 7
Mortara (PV)
La cucina, in onore alla storia di questi luoghi (per secoli abitati da una fiorente comunità di religione ebraica), si basa sui prodotti della Lomellina, e in particolare sull’oca.
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— Andrea Aprea
Corso Venezia, 52
Milano (MI)
Le pietanze, di elevato valore gastronomico, composte ed equilibrate, sono contraddistinte da una nota pragmatica presente anche nelle creazioni più innovative, e trovano il proprio esprit nelle emozioni che comunicano.
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— Antica Osteria del Ponte
Piazza Renato Negri, 5
Cassinetta di Lugagnano (MI)
In quello che fu, per antonomasia, «la Cassinetta», il blasonatissimo ristorante di Ezio e Renata Santin, trova ora spazio un locale che – non dimenticando la storia che vive entro queste mura e non abdicando alla congenita eleganza degli ambienti – si propone con una chiave assai più semplice.
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— Antica Osteria Magenes
Via Camillo Benso di Cavour, 7
Fraz. Barate – Gaggiano (MI)
La cucina si contraddistingue ora tanto per la capacità di rileggere alcuni classici della tradizione italiana quanto per l’abilità nell’abbinare sapori nuovi a ingredienti consueti, non però secondo un banale approccio fusion, ma attraverso un attento studio di consonanze in profumi e in gusti.
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— Antica Trattoria del Gallo
Via Privata Gerli, 3
Gaggiano (MI)
La cucina continua a proporre, con invidiabile cura e attenzione, le ricette di casa Gerli, ispirate alla genuinità delle materie prime, alla sapiente conoscenza del territorio e alla stagionalità, preparate con la giusta attenzione alle cotture e all’uso dei condimenti.
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— Antica Trattoria della Pesa
Viale Pasubio, 10
Milano (MI)
La cucina è di stretta osservanza milanese, specializzata nei primi piatti e nella carne, eseguita senza sbavature né incertezze e con la giusta attenzione alla qualità della materia prima.
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— Armani Nobu
Via Gastone Pisoni, 1
Milano (MI)
D’Angelo ha saputo apportare note mediterranee cosciente che umami è salsa di soia così come colatura di alici. Lo ‘stile Nobu’ delle portate, ieri come oggi, è sempre definito da semplicità ed essenzialità.
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— Barbacoa
Via Scipio Slataper, 19
Milano (MI)
Ogni cliente ha a propria disposizione un dischetto bicolore con una faccia verde e l’altra rossa che funge da semaforo: solo se il dischetto è verde i passadores si fermano al tavolo per trinciare la carne direttamente dallo spiedo oppure tagliandola su un piano di legno.
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— Bentoteca
Via Giuseppe Sapeto, 1
Milano (MI)
Così ingredienti e tecniche italiane e giapponesi si fondono in piatti come il katsusando di lingua: due sandwich di lingua fritta, maionese verde, cavolo cappuccio e spinaci, oppure la torta di gyoza con gamberi, maiale, funghi shiitake e salsa ponzu.
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— Bon Wei
Via Lodovico Castelvetro, 16
Milano (MI)
Nella carta di Bon Wei, oltre ai classici, si trova una ricca sezione dei più rappresentativi piatti regionali di quell’immensa nazione. Dalla carta ‘classica’ i più golosi provino la pancetta croccante con verdure. Dalla carta regionale si assaggi invece l’anatra alle castagne del Fuijan.
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— Bu:r di Eugenio Boer
Viale Giuseppe Mercalli, 22
Milano (MI)
Nel logo del ristorante vi sono due pois rossi, ripresi anche nella carta, che stanno a significare l’equilibrio tra tradizione e innovazione.
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— Caffè La Crepa
Piazza Giacomo Matteotti, 14
Isola Dovarese (CR)
Qui, la cucina ha le sue radici nella Pianura Padana e si ispira alle ricette di nonna Elda, rielaborate però con tecniche moderne.
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— Capriccio
Piazza San Bernardo, 6
Loc. Montinelle – Manerba del Garda (BS)
Trionfa il mare – con i suoi pesci, i suoi molluschi e i suoi crostacei – nella proposta della cuoca, Giuliana Germiniasi, in ricette d’impronta classica, che puntano tutto sulla ricchezza della materia prima, sulla linearità degli abbinamenti e sulla centralità del gusto.
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— Carlo Magno
Via Campiani, 9
Collebeato (BS)
La cucina, di classica contemporaneità, pare guardare più alle certezze del gusto e alla soddisfazione del palato che al virtuosismo dell’abbinamento azzardato o all’alea dell’ingrediente ignoto, mostrando grandi conoscenze e ottimo senso della misura.
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— Casa Leali
Via Valle, 1
Puegnago sul Garda (BS)
Artefici di questo ‘piccolo regno’ sono i giovani fratelli Leali – Marco e Andrea – quest’ultimo protagonista ai fornelli. La sua è una cucina d’istinto, moderna, va da sé fresca di idee: una «nuova cucina gardesana» insomma, secondo la definizione da loro coniata.
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— Cascina Vittoria
Via Roma, 26
Rognano (PV)
In mezzo alla campagna pavese, in una cascina dell’Ottocento, restaurata con gusto senza snaturarne l’atmosfera contadina, si trova questo confortevole e accogliente locale che propone una cucina di valore, ben salda nella proposta e centrata nei gusti.
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— Castello Malvezzi
Via Colle di San Giuseppe, 1
Brescia (BS)
La cucina, guidata da Alberto Riboldi, si esprime con piatti perlopiù classici, con alcune intriganti variazioni creative, ed è una vera e propria delizia per il palato.
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— Ceresio 7
Via Ceresio, 7
Milano (MI)
Ceresio 7 è il rooftop per eccellenza di Milano. Si trova all’interno di un palazzo degli anni Trenta, (a pochi passi dal Cimitero Monumentale), collocato al piano attico, con la famosa terrazza con piscina dalla quale si gode una bella vista sullo skyline metropolitano.
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— Collina
Via Capaler, 3
Almenno San Bartolomeo (BG)
È proprio da Pescarenico, ove era il convento di padre Cristoforo, che arriva quella gran varietà di pesce d’acqua dolce che trova spazio in carta. Lucci, trote, cavedani, agoni, bottatrici e altro ancora sono proposti in ricercati piatti, di piglio contemporaneo.
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— Contrada Bricconi
Via Bricconi, 3
Oltressenda Alta (BG)
Michele Lazzarini, talentuoso ex head Chef di Norbert Niederkofler, ha deciso di lasciare il St. Hubertus per tornare a casa e continuare a fare quello in cui crede: raccontare il lavoro agricolo e la cultura della montagna mediante il supporto ai piccoli produttori locali…
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— Contraste
Via Giuseppe Meda, 2
Milano (MI)
Chi entra in questo ristorante, deve farlo con spirito libero, facendosi accompagnare dalle sapienti mani della coppia di cuochi Matias Perdomo e Simon Press.
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— Cracco
Galleria Vittorio Emanuele II
Milano (MI)
In posizione strategica tra il duomo e il teatro Alla Scalla, giusto a mezzo della Galleria Vittorio Emanuele II, si trova uno dei locali più chic della città meneghina: il ristorante del celebre cuoco Carlo Cracco.
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— Crotasc
Via Don Primo Lucchinetti, 63
Mese (SO)
Qui si celebrano – come è ovvio – le tradizioni chiavennasche e valtellinesi, senza sconti a mode e modi che con queste valli e questi picchi non hanno nulla da spartire. Le materie prime impiegate sono ottime e, ai fuochi, non si esagera con grassi e condimenti.
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— Cucina Cereda
Via Luigi Piazzini, 33
Ponte San Pietro (BG)
Giuseppe Cereda, che riveste il doppio ruolo di cuoco e proprietario, è interprete rigoroso e preciso di una cucina che tende a valorizzare le materie prime (anche locali) in piatti sapientemente dosati, che esprimono carattere senza bisogno di stupire.
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— D’O
Piazza della Chiesa, 14
Fraz. San Pietro all’Olmo – Cornaredo (MI)
Davide Oldani – il cuoco-proprietario di questa celebre insegna – è stato capace negli anni di far evolvere, con razionalità, la sua idea di «cucina pop»: sì ‘popolare’ nel prezzo, ma ‘popolare’ soprattutto per il suo modo di intendere il rapporto con gli ingredienti e con le preparazioni di cucina.
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— Da Bassano
Via Lago Gerundo, 15
Madignano (CR)
È un personaggio – Bassano Vailati – di poche parole ma di grandi fatti: autentico e genuino, conosce queste terre e i suoi prodotti a menadito. Come conosce bene le basi della cucina. Come conosce anche i fondamenti della grande gastronomia classica.
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— Da Nadia
Via Mirabella, 34
Fraz. Clusane – Iseo (BS)
Nadia Vincenzi è, da tre decenni a questa parte, una certezza nello scenario della ristorazione bresciana. La sua conoscenza delle ricette della tradizione adriatico-romagnola e la sua capacità nello scegliere la materia prima sono i punti di forza di questa insegna curata ed elegante.
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— Da Sapì
Via Giuseppe Mazzini, 36
Esine (BS)
Questo ristorante, curato ma non formale, racconta, da svariati decenni a questa parte, le tradizioni gastronomiche della Val Camonica. E lo fa con una grazia e una sapienza che solo quattro generazioni possono avere maturato.
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— Da Vittorio
Via Cantalupa, 17
Brusaporto (BG)
La cucina, da sempre centro e perno di tutta la proposta – si conferma, ora più che mai, nel pieno della sua maturità espressiva, muovendosi con maestria e personalità fra preziose materie prime, profonde conoscenze tecniche e spiccato senso del gusto.
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— Dal Pescatore Santini
Località Runate, 15
Canneto sull’Oglio (MN)
Dal Pescatore, il locale della famiglia Santini, è uno di questi perché la è quintessenza assoluta, il distillato più perfetto, di ciò che è – e che dovrebbe essere – l’alta ristorazione italiana.
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— Dalie e fagioli
Via Campagnola, 45
Manerba del Garda (BS)
Qui si viene per gustare piatti fatti con testa e con passione: ispirati al territorio (non solo gardesano, però) e ai suoi prodotti, preparati con le dovute attenzioni tecniche, vivacizzati da qualche centrato tocco creativo.
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— Daniel
Via Castelfidardo, 7
Milano (MI)
E pur elaborando una cucina di grande personalità, del maestro Gualtiero Marchesi ha conservato lo stile: nessuna ridondanza; sottrazione più che addizione di ingredienti; linearità tesa alla semplificazione; nessuna regressione barocca. Tutto ciò in una tensione innovativa di attualizzazione delle portate della tradizione...
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— Dim Sum
Via Nino Bixio, 29
Milano (MI)
I dim sum in Occidente sono proposti come antipasti e al Dim Sum occupano un’ampia sezione della carta, soprattutto in veste di ravioli in molteplici fogge (jiaozi chiusi, shao mai aperti, shao long bao a sacottino) diversamente farciti, cucinati al vapore oppure saltati alla piastra.
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— Dina
Via Santa Croce, 1
Gussago (BS)
Il senso di un pasto da Dina si chiarisce, per ciascuno, nell’assaggio: mentre i sensi restano appagati accendendo la lampadina cerebrale e quella emotiva. Più delle parole vale l’esperienza viva.
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— Due Colombe
Via Francesco Foresti, 13
Fraz. Borgonato – Corte Franca (BS)
Il locale, che trova spazio in una cascina splendidamente ristrutturata, ha una proposta gastronomica variegata e il cuoco, grazie alla vasta esperienza, presenta una selezione di piatti che spesso traggono ispirazione dalle migliori produzioni locali.
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— Due Spade
Via Delle Filerine, 2/A
Cernusco sul Naviglio (MI)
La cucina, sia di mare sia di terra, è italiana, con piatti talvolta ispirati alla tradizione, ma interpretati con personalità e con spirito innovativo. Le portate sono accurate e invitanti, talvolta con evidenti tocchi creativi.
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— Enrico Bartolini – Mudec
Via Tortona, 56
Milano (MI)
La cucina di Enrico Bartolini è netta e limpida: trae origine dalle tradizioni regionali, interpretate con creatività ed elevate in esecuzione tecnica.
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— Esplanade
Via Lario, 3
Desenzano del Garda (BS)
La cucina è da sempre affidata a Massimo Fezzardi che propone una carta molto ampia (lodevole anche per l’abbondanza delle porzioni) basata su pesci sia di mare sia di lago, arricchita da alcune proposte vegetariane e di carne.
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— Feel
Via Armando Diaz, 54
Como (CO)
I percorsi degustativi rappresentano un’esperienza sensoriale ed emozionale che delizia i sensi, grazie alla padronanza delle tecniche culinarie che valorizzano ciascun ingrediente e ne armonizzano sapientemente i sapori nei piatti.
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— Felix Lo Basso
Via Carlo Goldoni, 36
Milano (MI)
Lo chef ha voluto che il suo home restaurant, inaugurato nel 2020, fosse soprattutto una casa: ed effettivamente l’ospite, attraversato il salotto, arriva in cucina, per accomodarsi al bancone, dodici posti ‘affacciati’ sui fornelli, in stile chef’s table, ove tutto viene preparato e servito senza mediazione della sala.
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— Forme
Via Codignole, 52
Brescia (BS)
La giovane cuoca, nativa del paesino abruzzese di Forme (da qui il nome del locale), mette in scena una cucina di taglio contemporaneo nella quale ingredienti del territorio bresciano incontrano modi e usanze delle sue terre all’ombra del Gran Sasso e della Maiella.
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— Frangente
Via Panfilo Castaldi, 4
Milano (MI)
Il mantra di Federico Sisti è «Tradition Never Dies»: «la tradizione non muore mai». Pertanto l’innovazione non tradisce il passato, se ne fa interprete, lo rende leggibile in una realtà culinaria che muta con grande velocità.
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— Frosio
Piazza Lemine, 1
Almè (BG)
La cucina trae ispirazione dal territorio circostante (tanto dalle sue tradizioni gastronomiche, quanto dai suoi prodotti) ma anche indugia in azzeccate divagazioni mediterranee.
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— Gambero
Via Roma, 11
Calvisano (BS)
La mano che da più di tre decenni guida i fornelli (Paola Gavazzi, una fra le cuoche più schive d’Italia) orchestra piatti di sorprendente modernità che, nella rotondità di aromi e sapori, ridisegnano i confini di abbinamenti classici senza tempo.
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— Gong – Oriental Attitude
Corso Concordia, 8
Milano (MI)
Ai fornelli convivono due anime: quella orientale, in particolar modo focalizzata sulla cucina cinese, e quella occidentale, spesso milanesizzata come nel caso dell’omaggio alla città: «ravioli d’oro», ovvero ravioli in pasta di zafferano ripieni di ossobuco con crema di risotto alla milanese.
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— Grand Hotel Fasano – Il Fagiano
Corso Giuseppe Zanardelli, 190
Gardone Riviera (BS)
Il prestigioso Grand Hotel Fasano sulle rive del lago è noto per disporre di una variegata offerta gastronomica, il cui apice è senza dubbio rappresentato da Il Fagiano, ristorante gourmet recentemente affidato alle abili mani del cuoco Maurizio Bufi.
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— Guallina
Via Molino di Faenza, 19
Mortara (PV)
La cucina mostra di muoversi con estrema sapienza: la conoscenza delle materie prime è approfondita, la tecnica è buona, e ben ponderati sono l’uso dei grassi e dei condimenti. I piatti – anche quelli più ‘veraci’ – risultano ben eseguiti e non privi di personalità.
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— Horto
Via San Protaso, 5
Milano (MI)
In un ambiente caldo e accogliente, con tanto legno, seguiti da un servizio sorridente ma non impostato, sfilano piatti preparati da una brigata giovane ma capace, fra i quali i tortelli di patate e abete con fondo di selvaggina e il maialino alla griglia con cavolo cappuccio e pesto di timo limone.
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— Hostaria del Teatro
Via Bernardo Ordanino, 5/B
Castiglione delle Stiviere (MN)
I piatti (proposti in una carta assai ristretta, che varia di stagione in stagione) appaiono ben pensati e ben eseguiti, con le giuste attenzioni alle cotture e gli abbinamenti.
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— Hotel Bianca Relais – Bianca sul Lago
Via Alighieri, 18
Oggiono (LC)
Il ristorante – in mano a un giovane ma valente cuoco, che vanta un curriculum ricco di importanti esperienze – propone, in una magnifica e luminosa sala tutta vetrata, una cucina d’impianto classico, rivista in chiave contemporanea.
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— Hotel Cappuccini – Cucina San Francesco
Via dei Cappuccini, 54
Cologne (BS)
La cucina, di impianto moderno, si muove fra alcune preparazioni ispirate alle ricette di tradizione locale e alcune concessioni a gusti più mediterranei e ‘internazionali’.
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— Hotel Casa Baglioni – Sadler
Via dell’Annunciata, 14
Milano (MI)
La cucina, anche grazie a una brigata giovane, dinamica e ‘multietnica’, appare ricca di spunti fusion che vivacizzano la ‘consueta’ e ‘borghese’ tradizione milanese.
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— Hotel Colonne
Via Fincarà, 37
Varese (VA)
La cucina, in mano a un cuoco rodato, di solida formazione classica – Silvio Battistoni –, viaggia sicura fra italiche reminiscenze e francesizzanti suggestioni. Nessun azzardo: le pietanze appaiono tutte ben pensate e altrettanto ben eseguite.
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— Hotel de la Ville – Derby Grill
Viale Cesare Battisti, 1
Monza (MB)
Gli spunti creativi sono ben bilanciati, come si conviene a un locale che si rivolge a una clientela consolidata e internazionale, e i piatti guarniti a dovere, completi, ben presentati.
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— Hotel Eala – Senso
Via IV Novembre, 86
Limone sul Garda (BS)
La sala da pranzo, che aggetta sul lago, è di rara bellezza e sembra voler quasi riassumere la prospettiva adottata portata avanti, con fine destrezza, dalla cucina: è il territorio circostante il protagonista, con i suoi prodotti, i suoi profumi, i suoi gusti: sicché il pesce d’acqua dolce come le carni delle soprastanti montagne si ritrovano nelle preparazioni.
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— Hotel Excelsior Gallia – Terrazza Gallia
Piazza Duca d’Aosta, 9
Milano (MI)
Dalla carta dei cibi traspare chiara un’impronta mediterranea, che non è necessariamente e solo associata al mare: ma anche a verdure e carni, come nei casi, per esempio, delle zucchine in scapece o dell’agnello alla menta.
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— Hotel Florian Maison – Umberto De Martino
Via Madonna d’Argon, 4
San Paolo d’Argon (BG)
Originario di Sorrento e con un ottimo bagaglio di esperienze accumulate in giro per mondo, il cuoco ha messo a punto uno stile tutto suo, ricco di contaminazioni.
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— Hotel L’Albereta – LeoneFelice Vista Lago
Via Vittorio Emanuele II, 23
Erbusco (BS)
Le preparazioni, pur nella loro apparente semplicità, nascondono in realtà una lunga ricerca ed evidenziano una grande tecnica: due elementi che si rincorrono di pietanza in pietanza e che segnano la stilistica del cuoco.
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— Hotel Mandarin Oriental – Seta
Via Andegari, 9
Milano (MI)
... rimangono ben impresse, per la loro sontuosità, anche le pietanze di derivazione più classica, come i ravioli del plin farciti di anatra arrosto con zucca e capperi o l’anguilla laccata al vino rosso con fegato grasso e salsa al rosmarino.
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— Hotel Porticciolo – La Tavola
Via Fortino, 40
Laveno Mombello (VA)
Questo elegante ristorante, giusto a bordo lago (le finestre della sala sono quasi a sfioro con l’acqua del Verbano), propone una esuberante cucina di stampo autoriale che fa di un certo compiaciuto barocchismo il proprio tratto distintivo.
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— Hotel Una – Milano Verticale – Anima
Via Gaspare Rosales, 4
Milano (MI)
La cucina di Anima è ricercata e al contempo concreta, dai sapori intensi, di evidente stampo internazionale. Ma in essa trovano comunque spazio anche proposte di chiara ispirazione mediterranea.
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— Hotel Villa d’Este – Veranda
Via Regina, 40
Cernobbio (CO)
Qui, in una atmosfera ovattata, e quasi senza tempo, sfilano piatti che strizzano l’occhio alla cucina francese, a base perlopiù di materie prime rare e preziose (come richiede la cosmopolita clientela che frequenta questa struttura).
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— Hotel Villa Fiordaliso
Corso Giuseppe Zanardelli, 150
Gardone Riviera (BS)
Un’aurea di struggente romanticismo pervade questo luogo fascinoso: una villa storica, immersa in un parco ben curato, ove ancora sembrano muoversi i fantasmi di Gabriele d’Annunzio e di Claretta Petacci, nel passato ospiti di questa proprietà.
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— Hotel Villa Serbelloni – Mistral
Via Teresio Olivelli, 1
Bellagio (CO)
La magnifica veranda, finemente arredata, ospita il ristorante Mistral, luogo ove ‘officia’ Ettore Bocchia, il cuoco che – per primo – ha divulgato in Italia il concetto di ‘cucina molecolare’.
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— I Castagni
Via Ottobiano 8/20
Vigevano (PV)
La cucina, in continua ma ragionata evoluzione, si pone, a livello nazionale, come una delle più capaci a interpretare il proprio territorio, alla luce di profonde conoscenze di base, di ottime capacità tecniche e di una spiccata sensibilità per gli ingredienti e il senso del gusto.
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— Il Baretto
Via della Spiga, 26
Milano (MI)
Ora, questa celebre insegna, ha da poco riaperto in via della Spiga, nel pieno ‘quadrilatero della moda’, tornando alla ribalta sì ringiovanito ma con quello stile sempiternamente ‘classico’ – un po’ da raffinato ed esclusivo club inglese ove ci si reca per il piacere di ritrovarsi – che lo ha contraddistinto sin dagli albori.
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— Il Cantuccio
Via Dante Alighieri, 32
Albavilla (CO)
Il ristorante Il Cantuccio sorge nella pittoresca cittadina di Albavilla, sulle Prealpi Lombarde. È un locale di fama consolidata, che offre un’ambientazione rustica ma allo stesso tempo elegante, giusta per una serata gastronomica di alto livello.
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— Il Cigno – Trattoria dei Martini
Piazza Carlo d’Arco, 1
Mantova (MN)
Nel cuore della città dei Gonzaga, in un aristocratico palazzo del XVI secolo ricco di affreschi, mobili d’alto antiquariato e pregiati oggetti d’arte, Gaetano e Alessandra Martini raccontano, da oltre cinquant’anni, la grande storia della cucina mantovana.
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— Il Colmetto
Via Finiluovo, 9/11
Rodengo Saiano (BS)
Nella parte pianeggiante del paese, al limitare dei vigneti del Franciacorta, l’agriturismo Il Colmetto è nato come allevamento di capre da latte con produzione diretta di formaggi nell’annesso caseificio. Negli anni l’attività si è allargata a ortaggi, frutta ed erbe aromatiche, oltre che all’allevamento semibrado di asini e maiali.
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— Il Gabbiano
Piazza Vittorio Veneto, 10
Corte de’ Cortesi (CR)
Qui la specialità è l’oca, declinata in svariate preparazioni: salumi d’oca, pâté di fegato grasso, «assoluto di oca e tartufo» (ovvero tortelli ripieni di provolone e salsiccia d’oca con crema di foie gras e tartufo nero), coscia d’oca cotta a bassa temperatura...
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— Il Liberty
Viale Monte Grappa, 6
Milano (MI)
Qui si respira un’aria vagamente nuovayorchese con pareti blu notte, mattoni a vista, vetro ambrato della balaustra del soppalco, ottone delle lampade, gin bar a vista... in un incrocio affascinante di presente e passato.
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— Il Luogo di Aimo e Nadia
Via Privata Raimondo Montecuccoli, 6
Milano (MI)
Più di sessant’anni sono passati dai primordi: ma ai fornelli – forti di una esperienza senza eguali – si procede con sicurezza nello spirito della strada originaria, proponendo una reinterpretazione a tutto campo dei profumi e dei sapori delle grandi cucine regionali del nostro Paese.
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— Il Moro
Via Gian Francesco Parravicini, 44
Monza (MB)
Tre fratelli e la volontà di portare i sapori della terra natia, la Sicilia, oltre i confini dell’isola. Ci sono riusciti Antonella, Salvatore e Vincenzo Butticè che, dalla piccola azienda agricola di famiglia, vicino Agrigento, sono partiti alla volta della terraferma, approdando, in Lombardia.
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— Il Portico
Via Alessandro Volta, 1
Appiano Gentile (CO)
Qui, in una cucina a vista, officia uno dei cuochi più talentuosi e schivi della attuale scena italiana: Paolo Lopriore. Allievo dell’indimenticato Gualtiero, Lopriore propone una cucina di grande sensibilità.
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— Il Saraceno
Piazza Don Luigi Verdelli, 2
Cavernago (BG)
Di fronte all’affascinante castello di Cavernago, questo locale moderno ed elegante, arredato con stile, e condotto con passione travolgente da una coppia (lui ai fornelli, lei in sala), propone una linea di cucina nella quale è il pesce a trionfare.
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— Il Sole di Ranco
Piazza Venezia, 5
Ranco (VA)
Questa curatissima ed elegante insegna, naviga sulle acque con piglio sicuro, prediligendo un approccio classico alla cucina, appena vivacizzata da alcuni meditati spunti d’estro che giocano sulle aromaticità e sulle pungenze.
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— Impronte
Via Cristoforo Baioni, 38
Bergamo (BG)
La cucina si caratterizza per la sapiente combinazione dei sapori del mare e della terra, e il giovane cuoco che guida la brigata spesso si ispira alle prelibatezze della Sicilia (sua regione natale).
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— Innocenti Evasioni
Via Giuseppe Candiani, 66
Milano (MI)
Il ‘battistiano’ nome – Innocenti Evasioni – rende perfettamente l’idea di una esperienza di ‘evasione romantica’ che trasporta l’ospite in una dimensione lontana dal confuso ambiente metropolitano meneghino.
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— Iyo Experience
Via Piero della Francesca, 74
Milano (MI)
Il successo di Iyo Experience si basa su due fattori: nessun compromesso sulla selezione della materia prima e capacità di circondarsi di professionisti di prim’ordine.
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— Joia
Via Panfilo Castaldi, 18
Milano (MI)
Il ristorante Joia è un must per gli amanti della cucina vegetariana. Nato nel 1989, su impulso di Pietro Leemann (che da allora ne guida la cucina), Joia si caratterizza per l’utilizzo ‘avanguardista’ della materia vegetale e per la grande attenzione alla stagionalità e alla sostenibilità.
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— Kitchen
Via per Cernobbio, 41
Como (CO)
L’ambiente del locale è caratterizzato da uno stile accattivante, che si armonizza perfettamente con un’offerta gastronomica di altissimo livello. L’attenzione ai dettagli e la cura degli arredi, uniti alla impeccabile preparazione dei piatti, creano un’atmosfera avvolgente e seducente.
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— L’Alchimia
Viale Premuda, 34
Milano (MI)
La cucina punta su una selezione di ingredienti scelti con cura, alternando materie prime ‘nobili’ ad altre più ‘umili’ ma comunque ricche di gusto. La proposta tende a interpretare i prodotti, attraverso suggestioni derivanti dalla tradizione delle cucine regionali italiane.
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— L’Ambasciata
Piazzetta Ambasciatori del Gusto, 1
Quistello (MN)
Questa ‘seconda vita’ de L’Ambasciata, con intelligenza, si muove nel solco del passato, senza però scadere nell’immobilismo. Tutt’altro: la cucina appare scoppiettante, e i piatti – abbandonata ogni pesantezza – si librano aerei e godibili…
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— L’Osteria H2O
Via Pergola, 10
Moniga del Garda (BS)
L’ambiente è moderno e luminoso, con grandi vetrate che guardano verso le acque del Benaco. Ed è proprio l’acqua – richiamata sin nel nome della locale – la protagonista della proposta di cucina, portata avanti con capacità dalla brigata.
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— La Brisa
Via Brisa, 15
Milano (MI)
Le pietanze milanesi più tipiche (come l’immancabile risotto allo zafferano e l’ossobuco) si intrecciano a proposte più mediterranee e più internazionali, come richiede il cosmopolitismo della ‘locomotiva d’Italia’.
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— La Bullona
Via Piero della Francesca, 64
Milano (MI)
La cucina è ricercata, tesa a trasformare eccellenti materie prime in piatti che possano esaltarle, senza rinunciare a spunti creativi.
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— La Coldana
Via del Costino
Loc. Cascina Coldana (LO)
I fuochi ora sono in mano a un giovane cuoco che ha improntato la proposta con piglio decisamente autoriale, portando avanti una idea di cucina sì ben pensata e ben realizzata, ma del tutto ‘slegata’ dalle tradizioni territoriali.
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— La Lepre
Via Girolamo Bagatta, 33
Desenzano del Garda (BS)
Tra le strette vie del centro di Desenzano questo intimo ristorante è suddiviso con eleganza in tre salette che donano privacy all’ospite, magari alla ricerca di pace dal brusio della folla che assiepa il lungolago.
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— La Locanda del Notaio
Località Piano delle Noci, 42
Pellio Intelvi (CO)
La cucina, che è di impianto classico, si distingue per il sofisticato utilizzo di verdure, erbe aromatiche e spezie, che concorrono a creare piatti di armoniosa eleganza sotto il profilo dei profumi e dei gusti.
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— La Madia
Via Aquilini, 5
Brione (BS)
È Michele Valotti, cuoco e proprietario, originario della vicina Iseo, ad aver aperto La Madia, secondo una filosofia che si trova espressa in un vero e proprio manifesto delineato in più punti…
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— La Piazzetta
Via Gran Paradiso, 2/3
Origgio (VA)
Le ricette, che invero non appaiono complesse, sembrano giocare sull’istintualità di abbinamenti consolidati, rivisti alla luce di una moderata creatività di ispirazione contemporanea.
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— La Pobbia 1850
Via Gallarate, 92
Milano (MI)
La cucina, di stretta osservanza milanese, propone (in porzioni di soddisfazione) tutti i grandi classici meneghini, preparati con mano sicura e senza incertezze esecutive.
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— La Presef
Via Lungo Adda, 12
Mantello (SO)
All’interno di una curata fattoria fra le montagne, con allevamento di animali, caseificio e orto, trova spazio questo ristorante elegante che punta tutto sulla qualità delle materie prime.
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— La Speranzina
Via Dante Alighieri, 16
Sirmione (BS)
... solo due passi ed ecco che ci si può accomodare in un ambiente da favola, a pelo d’acqua nella terrazza-giardino, e perfino un po’ al di sotto nella sale ricavate nella vecchia darsena.
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— La Tortuga
Via XXIV Maggio, 5
Gargnano (BS)
Pochi tavoli, disposti in due salette con una atmosfera un po’ d’antan, sono il palcoscenico ove sfilano piatti di fattura classica, lineari nella loro opulenza, ben equilibrati negli abbinamenti, preparati perlopiù con ingredienti locali e di stagione.
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— Langosteria
Via Savona, 10
Milano (MI)
Per indagare i motivi di tanto successo occorre tornare al format della prima Langosteria: ambiente contemporaneo, servizio sartoriale, materia prima ittica così ricercata da rappresentare un parametro per la città e infine uno chef capace.
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— Lanterna Verde
Frazione San Barnaba, 7
Villa di Chiavenna (SO)
Il solido impianto familiare della Lanterna Verde ha attraversato le generazioni: tocca ora a Roberto Tonola capitanare i fornelli. Di ritorno da esperienze importanti ha portato una ventata di novità e di freschezza: nessuno stravolgimento ma una revisione contemporanea dei valori di base in fatto di materie prime e tecniche di cucina.
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— Larice
Via Valeda, 15
Fraz. San Lucio – Clusone (BG)
Una meraviglia è questa cascina in stile montano contraddistinta dalle rifiniture in pietra e legno. Luogo aperto, soleggiato, tra i prati, con vista spaziale sul massiccio della Presolana.
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— Le Nove Scodelle
Viale Monza, 4
Milano (MI)
Ristorante posto a due passi da piazza Loreto, che propone le specialità della regione del Sichuan, notoriamente piccanti e speziate, dove è ricorrente il profumato pepe locale: pungente e con una nota agrumata.
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— Leon d’Oro
Via Veronica Gambara, 6
Pralboino (BS)
Un superbo e rarefatto classicismo impera fra le mura di questo aristocratico palazzo cinquecentesco restaurato con ineguagliabile fascino, situato nel pieno centro del paese. Qui tutto è improntato a uno stile che appare ‘senza tempo’: raffinato ed elegante.
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— Lido 84
Corso Giuseppe Zanardelli, 196
Gardone Riviera (BS)
Giancarlo e Riccardo Camanini. Il primo è il regista di una rappresentazione di cui lo scenario sono le dolci ondulazioni del lago di Garda. Il secondo è l’autore di una cucina innovativa, profonda, a tratti concettuale.
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— Lino
Piazza del Lino, 15
Pavia (PV)
‘Cucina italiana contemporanea’: questa potrebbe essere la definizione sintetica dello stile impiegato, moderno nella tecnica e nell’espressione. Gli accostamenti possono essere inconsueti, a volte arditi, ma sempre composti e comprensibili.
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— Lio Pellegrini
Via San Tomaso, 47
Bergamo (BG)
La cucina si muove su una proposta capace di mediare le tradizioni di terra del Nord Italia, gli usi toscani e alcuni azzeccati spunti più mediterranei, con due comuni denominatori: la linearità delle ricette e l’attenzione alla centralità del gusto.
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— Locanda degli Artisti
Via XXV Aprile, 13
Cappella de’ Picenardi (CR)
La mano in cucina è buona e dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, una conoscenza assai approfondita delle materie prime. Quest’ultime sono di qualità, selezionate con cura anche quando giungono da lontano.
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— Locanda del Benaco
Lungolago Giuseppe Zanardelli, 44
Salò (BS)
La cucina è molto ben eseguita nei fondamentali del gusto, sia quando si esprime nei piatti della tradizione lacustre e nei classici senza tempo, sia quando parla un linguaggio più contemporaneo, improntato comunque a coerenza e senso della misura.
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— Locanda delle Grazie
Via San Pio X, 2
Loc. Le Grazie – Curtatone (MN)
All’ombra del santuario della Beata Vergine delle Grazie – la cui immagine miracolosa viene celebrata ogni anno il 15 agosto – si incontra questa trattoria che, da molti anni a questa parte, racconta le tradizioni di cucina del territorio virgiliano.
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— LoRo
Via Bruse, 1
Trescore Balneario (BG)
La cucina ha uno stile tecnicamente evoluto, con abbinamenti ricercati e concettuali. L’obiettivo, centrato, è di rispettare tutte le peculiarità degli ingredienti, peraltro indiscutibilmente di prima qualità.
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— Materia
Via Cinque Giornate, 32
Cernobbio (CO)
Il focus è l’utilizzo concettuale dell’ottima materia prima di produzione locale, sia di lago sia di terra. Parte fondamentale la assumono poi i prodotti provenienti dalla adiacente serra.
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— Miramonti l’Altro
Via Crosette, 34
Concesio (BS)
Il locale di Philippe e Daniela Léveillé ha saputo, con intelligenza, sì rinnovarsi fuggendo la staticità, ma senza snaturarsi, tenendo ben chiara l’identità, salvaguardando l’idea di una tradizione familiare e facendo crescere, nel solco originario, una proposta gastronomica sempre nuova.
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— MoS
Via Porto Vecchio, 28
Desenzano del Garda (BS)
La parola latina mos, che ha più significati ed evoca gli intendimenti dei due giovani ristoratori: «volontà, integrità, moralità e usanza, tradizione, consuetudine».
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— Mu Dim Sum
Via Aminto Caretto, 3
Milano (MI)
In realtà, Dim Sum è molto di più: si tratta di uno stile di cucina tipico della Cina meridionale, in particolare della provincia Guangdong, fatto di piccoli assaggi tradizionalmente consumati con il thè (yum cha).
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— Nebbia
Via Evangelista Torricelli, 15
Milano (MI)
Alta è quindi l’attenzione verso i prodotti, che sono rigorosamente stagionali. La loro elevata qualità ben si evidenzia nelle elaborazioni che tendono a esaltare le caratteristiche aromatico-gustative dei singoli elementi presenti nei piatti.
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— Osteria da Mualdo
Via Privata Crespi, 6
Capriate San Gervasio (BG)
Questo ristorante, posizionato in un casale ristrutturato finemente, presenta una solida offerta culinaria che spazia dalle portate di carne a quelle di pesce, utilizzando esclusivamente ingredienti selezionati.
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— Osteria da Pietro
Via Giovanni Chiassi, 19
Castiglione delle Stiviere (MN)
La cucina mostra buona base tecnica e ottimi conoscenze dei prodotti: le cotture sono ben eseguite e gli abbinamenti – senza azzardi né esasperazioni – viaggiano sicuri su declinazioni consolidate.
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— Osteria degli Assonica
Via Don Santo Carminati, 9
Sosirole (BG)
Qui si propone una cucina di stile contemporaneo, di notevole padronanza tecnica e funzionale alla ricerca del gusto che si evidenzia in un gioco di contrasti che, talora può apparire azzardato, ma che alla prova dei fatti (cioè dei piatti) risulta invece ben dosato.
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— Osteria del Miglio 2.10
Via Patrioti, 2
Pieve San Giacomo (CR)
La cucina si muove nel solco della tradizione, appena rivista e ingentilita, con qualche concessione alla modernità. Le materie prime sono di valore e la mano in cucina appare salda: le cotture sono ben eseguite e lodevole è l’attenzione a non eccedere nell’uso di grassi e condimenti.
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— Osteria del Treno
Via San Gregorio, 46
Milano (MI)
La carta offre piatti lineari e gustosi, ben pensati e ben preparati, partendo perlopiù da materie prime Presidi Slow Food, provenienti da diverse zone d’Italia.
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— Osteria dell’Orologio
Via Mattia Butturini, 26
Salò (BS)
Nel centro del paese questa verace osteria – con i tavoli in legno e le tovagliette di carta – ha una storia decennale che risale al 1966. Furono i genitori degli attuali proprietari ad aprirla, con il fine di proporre le ricette tipiche della tradizione bresciana di lago e di montagna.
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— Osteria della Brughiera
Via Brughiera, 49
Villa d’Almè (BG)
Qui ci si avvale – e si sente, anche perché lo stile tende a enfatizzarle – di materie prime di altissima qualità: pesci e crostacei, carni (anche quinto quarto) e verdure, vengono elaborati con dovizia e precisione nelle cotture, negli abbinamenti, nella disposizione sui piatti.
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— Osteria della Pasta e Fagioli
Via Giulio e Corrado Venini, 54
Milano (MI)
La cucina offre i profumi e i sapori tipici del ‘tacco’ d’Italia, in piatti veraci ma comunque ben eseguiti, con la giusta attenzione alla qualità della materia prima e all’uso se non parco almeno giusto di grassi e condimenti.
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— Osteria della Villetta
Via Guglielmo Marconi, 104
Palazzolo sull’Oglio (BS)
Per fare un’osteria ci vuole innanzitutto l’oste. Ne sono rimasti pochi, pochissimi, e difatti le osterie vere sono ormai merce rarissima. Fra questi pochi c’è sicuramente Maurizio Rossi, il ‘Mauri’, quarta generazione di una famiglia che gestisce da oltre un secolo l’Osteria della Villetta.
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— Osteria l’è Maistess
Via Marchesa Medici, 14
Fraz. Fagnano – Gaggiano (MI)
La cucina, che ha qualche leggerissima inflessione del Sud Italia (terra d’origine dei proprietari), si muove con semplicità e grazie, ma con il giusto riguardo alle materie prime e alle preparazioni, ove si incontrano spesso elementi vegetali e sentori agrumati.
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— Osteria Tre Gobbi
Via Broseta, 20/C
Bergamo (BG)
La cucina si muove perlopiù lungo strade poco battute, cimentandosi in piatti dagli abbinamenti inconsueti – come nel caso dei profumatissimi paccheri al kiwi con ostriche e fungo trombetta o del gambero rosso con fave e rognoncino di coniglio.
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— Pierino Penati
Via XXIV Maggio, 36
Viganò Brianza (LC)
Pierino Penati, con la sua famiglia, è una istituzione nella ristorazione della Brianza. Da decenni – infatti – è questa la tavola, elegante e raffinata, delle feste e delle grandi occasioni di questo spicchio di operosa Lombardia, incuneata fra Milano e il Lario.
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— Pomiroeu
Via Giuseppe Garibaldi, 37
Seregno (MB)
Ogni volta sedersi a questa tavola è un’esperienza oltre che buona anche sorprendente perché mai banale, sempre nuova, costantemente centrata sulla ricerca di nuovi orizzonti gastronomici. Ultimo la proposta di una cucina etica prima che estetica.
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— Ratanà
Via Gaetano de Castilla, 28
Milano (MI)
La cucina guarda a una tradizionale milanese leggermente modernizzata, con piatti immancabili come il «Risotto alla vecchia Milano» con gremolata, midollo e sugo d’arrosto e le polpette croccanti di ossobuco con salsa verde.
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— Ristorante Albergo del Sole
Via Monsignor Pietro Domenico Trabattoni, 22
Maleo (LO)
La cucina si fonda sullo studio approfondito delle tradizioni (anche storiche) di queste terre, rivisitate e ‘aggiornate’ con rispetto e sapienza. Gli ingredienti sono perlopiù di provenienza locale, di qualità e mutano secondo stagione.
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— Ristorante Berton
Via Mike Bongiorno, 13
Milano (MI)
Il ristorante di Andrea Berton è uno di quei luoghi a cui si può accostare, rubandolo all’arte e alla letteratura, il termine ‘neoclassico’. Non tanto per l’ambiente o per il servizio, ma per il modo assai personale di interpretare la cucina, caratterizzato non solo da rigore formale, precisione esecutiva e cura estetica, ma soprattutto proteso alla ricerca dell’armonia.
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— Rovello 18
Via Tivoli, 2
Milano (MI)
La cucina è rassicurante, e coerente con la confortevolezza dell’atmosfera. La carta conta relativamente pochi piatti, poco più di una ventina, distribuiti nelle varie portate, ma tutti centrati, ben collaudati e che regalano sempre piacevoli conferme.
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— San Martino
Viale Cesare Battisti 3
Treviglio (BG)
La cucina propone, con mano sicura e profonda padronanza tecnica, seguendo una filosofia improntata all’esaltazione della materia prima e senza arzigogoli futuristi, piatti di valore, come il sanpietro con bieta, maggiorana e capperi o il morone brasato con sedano rapa.
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— Saur
Via Filippo Turati, 8
Fraz. Barco – Orzinuovi (BS)
La cucina mostra di esprimersi con solidità, traendo spunto più dai ricchi prodotti del territorio circostante che dalle sue secolari tradizioni.
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— Sedicesimo Secolo
Via per Gerolanuova, 4
Fraz. Pudiano – Orzinuovi (BS)
La cucina parla un linguaggio d’alta scuola: si percepisce la conoscenza degli ingredienti, la saldezza dell’impostazione di base, la sicurezza nell’espressione e negli abbinamenti, la profondità del sapere tecnico, e anche un tocco di creatività che segna la personalità dei piatti.
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— Sine
Viale Umbria, 126
Milano (MI)
… nella carta è presente un richiamo alle origini partenopee, ma non mancano incursioni gastronomiche narrate attraverso ingredienti anche esotici, quando non con raffinate tecniche culinarie, che sintetizzano il sapere gastronomico dello chef.
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— Spazio
Galleria Vittorio Emanuele II – Mercato del Duomo
Milano (MI)
In cucina si muove una brigata valida e capace di interpretare, secondo le regole, la filosofia del ‘maestro’ Niko Romito. Trionfa la ricerca dell’essenza quindi, in piatti spesso monocromatici che sono focalizzati su pochissimi ingredienti, perlopiù di origine vegetariana.
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— Sport Hotel Alpina – Il Cantinone
Via Antonio De Giacomi, 39
Madesimo (SO)
La cucina parla una triplice lingua: sono la natura, il territorio e la stagione a guidare la mano dello chef che, con sensibilità, coniuga fra loro gli elementi (di montagna e non) senza forzature, mostrando di conoscere appieno le potenzialità di ogni singolo ingrediente.
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— Tentazioni
Via Marco Polo, 2/D
Costa Volpino (BS)
In cucina la creatività del cuoco – Sandro Pittelli – si esprime in piatti originali, dai sapori definiti e sapientemente dosati, senza eccessi stilistici né astrusità tecnicistiche.
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— Torre di Pisa
Via Fiori Chiari, 21
Milano (MI)
Il locale si affaccia con numerose vetrine su via Fiori Chiari, e si sviluppa in una moltitudine di sale e salette che non si sono modificate nel tempo così come il pavimento di mattonelle, la sala degli arazzi, le sedie di legno…
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— Trattoria del Nuovo Macello
Via Cesare Lombroso, 20
Milano (MI)
Pur nei cambiamenti, questa insegna ha saputo mantenere l’atmosfera di una volta, giusto un poco affinata e ingentilita. In tavola giungono piatti di soddisfazione, saporiti e gustosi, che si ispirano agli irrinunciabili classici della vecchia Milano.
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— Trattoria dell’Alba
Via del Popolo, 31
Piadena (CR)
Le ricette si ispirano ai piatti di famiglia e del territorio circostante prediligendo prodotti coltivati e allevati con passione. La cucina ci mette poi del suo, non mancando delle giuste attenzioni, tanto nelle cotture quanto negli abbinamenti.
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— Trattoria della Stazione
Viale delle Rimembranze, 56
Castel d’Ario (MN)
Questo locale (dal 1968 in mano alla medesima famiglia di «ristoratori-agricoltori»), dagli ambienti spaziosi, curati e confortevoli, propone una ragionata scelta di pietanze del territorio, preparate perlopiù con ingredienti provenienti dall’azienda agricola di proprietà.
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— Trattoria delle Miniere
Via Coltura, 2
Lenna (BG)
D’impronta più che progressista, la filosofia culinaria di Lorenzo Bonini si distingue per gli abbinamenti audaci e talvolta insoliti, sempre mantenendo un forte legame con i prodotti del territorio.
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— Trattoria Masuelli San Marco
Viale Umbria, 80
Milano (MI)
Storica trattoria, appena fuori dalle vie più centrali della città, che è riuscita a mantenere intatto, attraverso i decenni, lo smagliante fascino di una Milano che non c’è più.
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— Trattoria Via Vai
Via Libertà, 18
Loc. Bolzone – Ripalta Cremasca (CR)
Magnifico indirizzo di paese, sperso fra campi, fossi, argini e (d’inverno) nebbia, capace di sublimare al meglio l’idea di trattoria: accoglienza calorosa, ambienti rustici ma assai curati, cucina territoriale ben eseguita.
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— Trattoria Visconti
Via Alcide De Gasperi, 12
Ambivere (BG)
La cucina, in mano a Roberto Caccia e a mamma Fiorella Visconti, propone, con una dedizione estrema alla qualità delle materie prime e alla loro stagionalità, le ricette – riviste e ingentilite – della tradizione locale.
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— Trippa
Via Giorgio Vasari, 1
Milano (MI)
La scelta del nome – Trippa – è emblematica perché in qualche modo sintetizza ciò che è l’apologia del quinto quarto.
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— Trippi
Via Stelvio, 297
Montagna in Valtellina (SO)
Storica insegna alle porte di Sondrio, in direzione alta valle, Trippi rappresenta la quintessenza del concetto slow nel modello di accoglienza come in quello gastronomico.
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— Villa Elena
Via San Vigilio, 56
Bergamo (BG)
A guidare i fornelli, secondo le direttive di Enrico Bartolini, c’è Marco Galtarossa, cuoco veneto giovane ma con importanti esperienze alle spalle, che esprime la sua moderna idea di cucina, proponendo una varietà di piatti dagli aromi definiti e ben centrati sul gusto.
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— Villa Feltrinelli
Via Rimembranza, 38
Gargnano (BS)
Anche la cucina, in mano a uno dei talenti più fulgida dell’alta ristorazione italiana – Stefano Baiocco – si nutre di quest’atmosfera fatata. Intimistica e calligrafica (ma anche molto tecnica) sembra indagare la bellezza dello spirito e inseguire la purezza della sensazione astratta.
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— Villa Necchi alla Portalupa – Veranda Necchi
Via Cavalier Necchi, 4
Fraz. Molino d’Isella – Gambolo (PV)
La cucina, in mano a un giovane ma già talentuoso cuoco, mostra di muoversi con capacità e sicurezza, ricorrendo ampiamente all’uso di ricette, aromi e sapori del Sud Italia (terra di origine dello chef).
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— Vitium
Via Ginnasio, 4
Crema (CR)
In mano a un cuoco giovane, di origine pugliese, questa elegante insegna si distingue per il suo stile fortemente contemporaneo.
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— VIVA Viviana Varese
Piazza XXV Aprile, 10
Milano (MI)
I piatti raccontano le origini del Sud della cuoca, ma anche il suo percorso di ricerca e il passato glorioso nelle cucine di Marchesi e Adrià, attraverso abbinamenti decisi e sapori intensi.
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— Wicky’s
Corso Italia, 6
Milano (MI)
Enormi conoscenze di base hanno consentito al cuoco – Wicky Priyan – di esprimere una cucina che ha avuto subito una certa visibilità grazie ai piatti giapponesi fortemente innovativi.
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— Zero
Corso Magenta, 87
Milano (MI)
Il ristorante ha aperto nel 2006 e si è subito distinto dalla media dei sushi bar per l’eleganza e la qualità dei piatti proposti.
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