Via XXIV Maggio, 36
Viganò (LC)
Dice Theo Penati, lo chef: «Più il tempo passa e più sento mia la cucina del nonno». Ovvero, il mitico Pierino, che diede il nome al ristorante, oltre mezzo secolo fa. Pierino era una trattoria di livello (la migliore, tra le poche in Brianza), destinata a evolversi, negli anni, in un ristorante coi fiocchi! Un’istituzione. Di più: una casa ospitale dove aleggia il ‘cibo della memoria’. # La cucina, in sintesi: mix tra ricette del cuore e tocchi di piacevole contemporaneità, in accostamenti ‘comprensibili’ (tradotto: guardo nel piatto e so che cosa mangio). La proposta segue le stagioni, e l’attenzione per le materie prime è fondamentale. La carne, innanzitutto. Sia che si tratti del nobile vitello per una impeccabile cotoletta, sia che si punti sul meno pretenzioso maiale, l’importante è la qualità. A proposito di verdure: Theo riesce a insaporire i cibi con aglio e cipolla, calibrando la cottura in modo che risultino gradevoli anche ai palati più refrattari. Piatti bandiera? Il risotto del fondatore, cioè alla parmigiana, insaporito con sugo di arrosto. E le polpette lombarde, dette mondeghili. Non mancano il pesce e i piatti mediterranei. # La cantina propone le migliori etichette nazionali e internazionali, «ma stiamo dando spazio anche ai piccoli produttori», puntualizza lo chef. Il conto: da 40 (pranzo di lavoro) a 90 euro. Nella bella stagione, l’esperienza gastronomica è esaltata dal fascino di un giardino con alberi secolari sotto i quali sono apparecchiati i tavoli.