La figura di Oscar Mazzoleni, proprietario ed esperto sommelier, è centrale in quanto da bravo anfitrione intrattiene gli ospiti parlando del vero protagonista del locale: il vino.

Ci si spinge quassù, in questa bella casa modernamente arredata, con ampie vetrate che affacciano sulle vigne, per gustare una cucina di pesce solida e rassicurante, come si potrebbe gustare su una calda spiaggia.

È proprio da Pescarenico, ove era il convento di padre Cristoforo, che arriva quella gran varietà di pesce d’acqua dolce che trova spazio in carta. Lucci, trote, cavedani, agoni, bottatrici e altro ancora sono proposti in ricercati piatti, di piglio contemporaneo.

Michele Lazzarini, talentuoso ex head Chef di Norbert Niederkofler, ha deciso di lasciare il St. Hubertus per tornare a casa e continuare a fare quello in cui crede: raccontare il lavoro agricolo e la cultura della montagna mediante il supporto ai piccoli produttori locali…

Giuseppe Cereda, che riveste il doppio ruolo di cuoco e proprietario, è interprete rigoroso e preciso di una cucina che tende a valorizzare le materie prime (anche locali) in piatti sapientemente dosati, che esprimono carattere senza bisogno di stupire.

La cucina, da sempre centro e perno di tutta la proposta – si conferma, ora più che mai, nel pieno della sua maturità espressiva, muovendosi con maestria e personalità fra preziose materie prime, profonde conoscenze tecniche e spiccato senso del gusto.

La cucina trae ispirazione dal territorio circostante (tanto dalle sue tradizioni gastronomiche, quanto dai suoi prodotti) ma anche indugia in azzeccate divagazioni mediterranee.

Originario di Sorrento e con un ottimo bagaglio di esperienze accumulate in giro per mondo, il cuoco ha messo a punto uno stile tutto suo, ricco di contaminazioni.

Di fronte all’affascinante castello di Cavernago, questo locale moderno ed elegante, arredato con stile, e condotto con passione travolgente da una coppia (lui ai fornelli, lei in sala), propone una linea di cucina nella quale è il pesce a trionfare.

La cucina si caratterizza per la sapiente combinazione dei sapori del mare e della terra, e il giovane cuoco che guida la brigata spesso si ispira alle prelibatezze della Sicilia (sua regione natale).

Una meraviglia è questa cascina in stile montano contraddistinta dalle rifiniture in pietra e legno. Luogo aperto, soleggiato, tra i prati, con vista spaziale sul massiccio della Presolana.

La cucina si muove su una proposta capace di mediare le tradizioni di terra del Nord Italia, gli usi toscani e alcuni azzeccati spunti più mediterranei, con due comuni denominatori: la linearità delle ricette e l’attenzione alla centralità del gusto.

La cucina ha uno stile tecnicamente evoluto, con abbinamenti ricercati e concettuali. L’obiettivo, centrato, è di rispettare tutte le peculiarità degli ingredienti, peraltro indiscutibilmente di prima qualità.

Questo ristorante, posizionato in un casale ristrutturato finemente, presenta una solida offerta culinaria che spazia dalle portate di carne a quelle di pesce, utilizzando esclusivamente ingredienti selezionati.

Qui si propone una cucina di stile contemporaneo, di notevole padronanza tecnica e funzionale alla ricerca del gusto che si evidenzia in un gioco di contrasti che, talora può apparire azzardato, ma che alla prova dei fatti (cioè dei piatti) risulta invece ben dosato.

Qui ci si avvale – e si sente, anche perché lo stile tende a enfatizzarle – di materie prime di altissima qualità: pesci e crostacei, carni (anche quinto quarto) e verdure, vengono elaborati con dovizia e precisione nelle cotture, negli abbinamenti, nella disposizione sui piatti.

La cucina si muove perlopiù lungo strade poco battute, cimentandosi in piatti dagli abbinamenti inconsueti – come nel caso dei profumatissimi paccheri al kiwi con ostriche e fungo trombetta o del gambero rosso con fave e rognoncino di coniglio.

La cucina propone, con mano sicura e profonda padronanza tecnica, seguendo una filosofia improntata all’esaltazione della materia prima e senza arzigogoli futuristi, piatti di valore, come il sanpietro con bieta, maggiorana e capperi o il morone brasato con sedano rapa.

D’impronta più che progressista, la filosofia culinaria di Lorenzo Bonini si distingue per gli abbinamenti audaci e talvolta insoliti, sempre mantenendo un forte legame con i prodotti del territorio.

La cucina, in mano a Roberto Caccia e a mamma Fiorella Visconti, propone, con una dedizione estrema alla qualità delle materie prime e alla loro stagionalità, le ricette – riviste e ingentilite – della tradizione locale.

A guidare i fornelli, secondo le direttive di Enrico Bartolini, c’è Marco Galtarossa, cuoco veneto giovane ma con importanti esperienze alle spalle, che esprime la sua moderna idea di cucina, proponendo una varietà di piatti dagli aromi definiti e ben centrati sul gusto.