Piazzetta Ambasciatori del Gusto, 1
Quistello (MN)
È cosa nota che in questo locale si sia fatta la storia dell’alta ristorazione italiana. È cosa altresì nota che varcare la soglia de L’Ambasciata (ora il nome del locale comprende anche l’articolo) significa entrare in una sorta di ‘bolla’ tanto l’ambiente è particolare e caratterizzante (e questa riflessione forse bisognerebbe condividerla con quegli architettucci da quattro soldi che continuano a progettare ristoranti su ristoranti, tutti noiosamente nouveau anni Settanta, tutti noiosamente uguali e impersonali). # Ebbene, L’Ambasciata è uno dei ristoranti (forse sarebbe meglio dire il ristorante) con più personalità d’Italia. E non solo per ciò che riguarda ambiente e arredamento. Ora che la nuova gestione – Matteo Ugolotti ai fornelli e Paolo Guaragnella in sala – si è rodata si può dire, senza tema di smentita, che anche la cucina stia vivendo una seconda giovinezza. In tavola continuano a giungere piatti sontuosi e barocchi (i giganteschi tortelli di zucca, li fujadi al germano reale, la faraona del Vicariato di Quistello con mostarda, uvetta e melograno…), affiancati però da proposte di taglio più moderno, come le cappesante con polvere di radicchio e barbabietola (gustose e profumate). Uno spazio va anche lasciato ai dolci, che qui sono assai golosi. # Il servizio, curato da Marco Tamassia, e la cantina, seguita da Riccardo Somenzi, tengono il passo di cotanto blasone. I menu (dei quali anche uno vegetariano) vanno da 80 a 90 euro. Se ne spendono poco di più mangiando alla carta.