— L’Ambasciata
Piazzetta Ambasciatori del Gusto, 1
Quistello (MN)
L’Ambasciata
Turno di chiusura: martedì; lunedì sera
Ferie: variabili in agosto
Questa ‘seconda vita’ de L’Ambasciata, con intelligenza, si muove nel solco del passato, senza però scadere nell’immobilismo. Tutt’altro: la cucina appare scoppiettante, e i piatti – abbandonata ogni pesantezza – si librano aerei e godibili…

Attraversare la porta di questo locale che ha scritto alcune delle pagine più belle nella storia della ristorazione italiana fra gli anni Novanta e i primi anni Duemila, significa entrare in un luogo ‘mitico’ ove la sovrabbondanza barocca di tutto ciò che accoglie – e quasi abbraccia l’ospite – non è altro che il prodromo di una cucina ricca e sontuosa come poco altre in tutta Italia. Se a officiare il rito, fra profluvi di specchi, tappeti e argenti, non sono più i fratelli Tamani, è comunque il loro più valente allievo – Matteo Ugolotti, insieme al suo socio Paolo Guaragnella – ad avere raccolto, con coraggio, l’eredità, portandola avanti con entusiasmo, capacità e umiltà (dote che, oggigiorno, è piuttosto difficile trovare fra i cuochi).

Questa ‘seconda vita’ de L’Ambasciata, con intelligenza, si muove nel solco del passato, senza però scadere nell’immobilismo. Tutt’altro: la cucina appare scoppiettante, e i piatti – abbandonata ogni pesantezza – si librano aerei e godibili, tanto nelle espressioni della classicità mantovani (come le sfrisolade, ovvero tagliatelle larghe, con sugo di germano reale al profumo di rosmarino o la sontuosa la faraona del Vicariato di Quistello con uva, arancia, mostarda e melograno) quanto nelle proposte più internazionali (come la ricciola con verdure mediterranee o la scaloppa di fegato d’oca al Sauternes con frutta di stagione). Dolci di grande golosità.

Buona, seppure non ancora vastissima, è la selezione della cantina. Il servizio si distingue per cortesia, capacità e teatralità. Tre sono i menu degustazione, proposti a 80, a 85 e a 90 euro. Ci si attesta intorno ai 100 mangiando alla carta.