— Armani Nobu
Via Gastone Pisoni, 1
Milano (MI)
Armani Nobu
Turno di chiusura: a pranzo
Ferie: variabili in agosto
D’Angelo ha saputo apportare note mediterranee cosciente che umami è salsa di soia così come colatura di alici. Lo ‘stile Nobu’ delle portate, ieri come oggi, è sempre definito da semplicità ed essenzialità.

Nobu arrivò in Italia da Armani nel 2000 e la ristorazione giapponese, sino ad allora rappresentata sostanzialmente dai sushi bar, conobbe un nuovo impulso. A Nobu è associato il black cod, il merluzzo carbonaro, marinato al miso, che a Milano divenne piatto di riferimento. A guidare la brigata del ristorante dal 2009 è Antonio d’Angelo, già sous-chef di Nobu nel 2005. D’Angelo ha saputo apportare note mediterranee cosciente che umami è salsa di soia così come colatura di alici. Lo ‘stile Nobu’ delle portate, ieri come oggi, è sempre definito da semplicità ed essenzialità. Il locale si sviluppa su due piani: lounge, livello strada (aperto a pranzo e a cena, dal lunedì al sabato); ristorante, solo serale, primo piano.

Mentre la zona lounge è informale e più dinamica, il ristorante è più ‘contemplativo’ ed elegante, con un grande banco sushi che introduce alla sala. La proposta del ristorante è articolata e comprende gli omakase, ossia sorta di menu degustazione a sorpresa, nei quali è sempre presente almeno un ceviche, ovviamente nikkei, dal nome della cucina peruviana interpretata dai giapponesi di seconda generazione residenti in Perù che si è fusa con quella locale. I ravioli «with Wagyu beef and caramelized onion», sono da provare non solo per la bontà del ripieno, ma anche per la sua consistenza non compatta, bensì sgranata, sciolta e umida, oltre che per la salsa di accompagnamento, una teriyaki nostrana.

Vanno ricordati i cocktail in stile nipponico, così come la selezionata e importante carta dei vini. I quattro menu omakase – «Plant Based», «Seasonal», «Signature», «Nobu Milano» – sono offerti rispettivamente a 80, 120, 150 e 160 euro. Alla carta se ne spendono invece all’incirca 90.