Via Giorgio Vasari, 1
Milano (MI)
A due passi da Piazza Medaglie d’Oro, in una zona diventata negli anni vivace e ricca di offerta ristorativa di qualità, Trippa ha subito spiccato il volo, emergendo per originalità e personalità (giova ricordare che questo locale ha quasi vent’anni, solo per dire come la sua proposta all’epoca fosse in qualche modo inedita). Se la discriminante tra trattoria e ristorante è che la prima è ha una gestione familiare, mentre nella cucina della seconda opera una brigata, allora Trippa è sicuramente un ristorante. Però l’accoglienza, l’arredo, lo stile, sono da trattoria: ed è proprio questo côté a piacere agli avventori.
A seguire i fornelli è Diego Rossi, oste geniale, di simpatia dirompente, mentre il contitolare, Pietro Caroli, gestisce la sala. La scelta del nome – Trippa – è emblematica perché in qualche modo sintetizza ciò che è l’apologia del quinto quarto. E i piatti, diventati ora storici, come la trippa fritta, il midollo alla brace, il vitello tonnato servito rosato con la salsa sifonata, erano all’epoca il segnale di una nuova cucina. Segnale che è stato colto se oggi Trippa vanta la lista di prenotazioni più lunga della città. Alla bontà d’esecuzione e alla qualità delle materie prime si aggiunga il guizzo geniale dello chef, la capacità di proporre ottime pietanze, ma sconosciute ai più, come la buzzonaglia di tonno (ovvero le sfilettature del pesce rimaste attaccate alla spina centrale). Sono sapori schietti, decisi, di sostanza, e che piacciono. Non mancano però anche piatti più easy, come l’uovo morbido con crema di cavolfiore al cumino, agretti e condimento alla sarda del Garda e nocciole, per ricordarsi che dopo tutto, nel bene e nel male, siamo a Milano.
Non troppo ampia ma ben selezionata è la carta dei vini. Si spendono all’incirca 50 euro.