— Materia
Via Cinque Giornate, 32
Cernobbio (CO)
Materia
Turno di chiusura: lunedì; martedì
Ferie: variabili
Il focus è l’utilizzo concettuale dell’ottima materia prima di produzione locale, sia di lago sia di terra. Parte fondamentale la assumono poi i prodotti provenienti dalla adiacente serra.

Vicino alle sponde del lago e alle meravigliose ville Bernasconi ed Erba, una piccola via laterale conduce all’entrata di questo ristorante, dallo stile fortemente minimal, con tavoli e sedie in legno scuro e un quadro astratto nella parete centrale della sala. Il design, in linea con il nome, è materico persino nei piatti bianchi a bolle e zigrinati.

La cucina è affidata a Davide Caranchini (un giovane che ha lavorato in blasonate insegne estere, come la londinese Le Gavroche e la danese Noma) che propone piatti spesso costituiti da tanti assaggi, separati l’uno dall’altro. Il focus è l’utilizzo concettuale dell’ottima materia prima di produzione locale, sia di lago (come nel caso della tartare di salmerino con piselli e acetosa) sia di terra, come nel caso dell’agnello con kefir di latte di pecora, fave e menta. Parte fondamentale (sulla scia dell’esperienza fatta a Copenaghen) la assumono poi i prodotti provenienti dalla adiacente serra. Ortaggi, fiori ed erbe aromatiche si inseguono dall’antipasto al dolce, in una ‘filosofia’ che può ben essere rappresentata dalle zuppe: quella fredda di avocado, fave e olive verdi o quella di cozze, asparagi bianchi fermentati e aglio orsino. Dolci per niente banali come «midollo e zafferano» (il primo chiarificato e il secondo in spuma), rivisitazione senza riso del famoso piatto meneghino.

Buono il servizio in sala. Buona anche la cantina. Tre i menu: «Green Power» (cinque portate vegetariane a 85 euro), «Revolution Revival» (cinque o sette piatti a 90 o 100 euro) e «Caleidoscopio» (dodici piatti a 150 euro). Alla carta ci si attesta sui 90 euro.