— Frangente
Via Panfilo Castaldi, 4
Milano (MI)
Frangente
Turno di chiusura: domenica; a pranzo da lunedì a giovedì
Ferie: variabili
Il mantra di Federico Sisti è «Tradition Never Dies»: «la tradizione non muore mai». Pertanto l’innovazione non tradisce il passato, se ne fa interprete, lo rende leggibile in una realtà culinaria che muta con grande velocità.

Federico Sisti è romagnolo (di Riccione) e ama il surf cosicché ha chiamato il suo ristorante, poco lontano da Piazza Repubblica, Frangente, come una grande onda che si infrange sulla costa, e le sue tavole da surf sono proprio lì a ricordarlo. Ciò per dire che nella sua cucina vi è anche questa componente, e se non proprio i cavalloni dell’australiana Bondi Beach o del Conero, è pur sempre il mare – fra Nord e Sud – la chiave di lettura privilegiata per interpretare la sua cucina.

Il suo mantra è «Tradition Never Dies»: «la tradizione non muore mai». Pertanto l’innovazione non tradisce il passato, se ne fa interprete, lo rende leggibile in una realtà culinaria che muta con grande velocità, talvolta povera di memoria storica. Entrando nel ristorante, si incontra la cucina a vista con un bancone – di fatto una chef’s table – che ospita chi ama vedere la brigata al lavoro ed essere servito direttamente dalla cucina. Ma c’è anche la sala e poi un piccolo bar. La proposta è legata al mercato, per cui sente l’influsso stagionale. Inoltre non mancano mai quei piatti che qui devono essere perfetti, nella loro semplicità, come piadina e stracchino, ovvio omaggio alla terra natale. Ma non passano inosservati alcuni accostamenti che nascono da una cultura schietta, per esempio i tagliolini all’uovo con mazzancolle e creste di gallo, piatto raffinato con quel non so che di ruspante, per certi versi di contadino.

Carta dei vini ricercata, con scelte non scontate, non enciclopedica ma con numerose etichette straniere. Si spendono circa 60 euro.