Piazza Carlo d’Arco, 1
Mantova
Il passaggio dello storico ristorante mantovano da Tano e Alessandra Martini alla famiglia Antoniazzi non poteva non destare la curiosità – e la preoccupazione – dei molti affezionati clienti che per decenni hanno gustato al Cigno l’essenza della tradizione virgiliana. Forse chi pretendeva che nulla cambiasse sarà rimasto deluso, ma la ristrutturazione del locale ha mantenuto in gran parte la vecchia impostazione, con l’aggiunta di una saletta bar e il rinnovamento delle sale, con alcuni tavoli tovagliati e altri allestiti in elegante marmo verde.#La differenza più importante – tuttavia – si è avuta ai fornelli: la cucina ha rimesso mano ad alcuni piatti classici, riproponendoli in modo diverso per tecnica, aspetto e gusto, e affiancandoli ad altri, più cosmopoliti, non scevri di un’influenza orientale. Così il cotechino può essere accompagnato da patate e caviale; la picanha tonnata vede sposarsi agnello, guancia di tonno e relativa salsa; mentre il rombo abbraccia polvere di liquirizia, crema di finocchi e ragù di lumachine di mare. Imperdibili i dolci, specialità della famiglia.#Buona la cantina, accoglienza e sala gestite con attenzione dal giovane Pietro Antoniazzi. Due i menu degustazione: «Autentico», che rivisita la tradizione, a 90 euro; «Libero Arbitrio», con spazio alla fantasia, a 105 euro, entrambi con possibilità di abbinamento vini. Alla carta dai 90 euro per tre portate e un dolce; per ciascuna voce è disponibile la versione in piatto unico.
