Via Cantalupa, 17
Brusaporto (BG)
In sintesi: il ‘luogo della gola’ per eccellenza della ristorazione italiana. Da Vittorio non ha paragoni: è altro, e con distacco. Tanto per cominciare la location, all’interno di un parco di dodici ettari (c’è tutto: camere, piscina, persino il vigneto e la planet farm per l’autoproduzione dei vegetali utilizzati in cucina). A fronte di tanto blasone, accoglienza ed atmosfera sono coinvolgenti: familiari e di classe.
E poi arriva il ‘carico da 90’: la cucina, che sa spaziare con estrema naturalezza tra preparazioni contemporanee, tecnicamente evolute, e la tradizione pura (si vedano i celeberrimi paccheri «alla Vittorio», non più in carta ma così richiesti che a ogni servizio vengono spadellati in sala). Piatti di raffinata opulenza, con materie prime che altri non hanno, o hanno solo occasionalmente: crostacei e pesci da record, e in stagione i funghi e i tartufi cui vengono dedicati menu speciali. Dal menu «carta bianca» (sedici portate a 400 euro) si segnalano al top: tacos di ricciola con verdure dell’orto verticale; granchio reale alla griglia con sugo di finocchio arrosto; risotto con scalogno al miso, agnello e cavolo riccio; bianco di branzino alla clessidra; sella di lepre à la royale. Memorabile – in chiusura – la sarabanda dei dolci, ulteriormente arricchita da carrelli stracolmi di golosità.
Servizio impeccabile e cantina (visitabile) fornita all’inverosimile e molto ben dotata anche in profondità di annate. Prezzi conformi al blasone: altri menu degustazione a 260 e 300 euro; alla carta in media 350.
